La Redazione di Antenna Uno Notizie ha intervistato l’amministratore delegato del Calcio Catania, Giuseppe Di Natale. Tanti argomenti trattati dal vecchio al nuovo CdA fino al compito del liquidatore di Finaria. Note anche su Pietro Lo Monaco e sulla conferma del dirigente nel club etneo. Spazio anche al campo, al tema stipendi.
“Il nuovo Cda giustamente ha al suo interno delle attività che si sono diversificate rispetto alla configurazione precedente. Oggi c’è una distribuzione diversa che garantisce l’operatività dell’Amministratore Delegato ma attribuisce anche alcune deleghe al Presidente ed al vice Presidente. Si tratta di 16 deleghe. Sono rimasto, questo è il punto di arrivo. Poi come tutti i programmi aziendali c’è stata un’attività che aveva anche previsto la possibilità che io non fossi confermato, ma questa non si è concretizzata ed io, con grande senso di responsabilità, ho accettato di continuare sebbene avrei potuto avere motivi validi per mollare. Ma ho sentito molto forte il senso di responsabilità verso chi lavora nel Calcio Catania, i tifosi, la struttura sociale, la città. Queste componenti sono efficaci e per il mio modo di pensare e vivere hanno avuto un ruolo determinante nella scelta. Scelta molto difficile ma compiuta con senso di responsabilità.
Lo Monaco? Lui è ancora nell’organigramma del Catania. A me non piace parlare delle figure che mi hanno preceduto perché lo ritengo superfluo. Lo Monaco ha avuto il ruolo di A.D. e D.G., ad un certo punto si è dimesso da A.D. per le sue motivazioni e questo ha creato nella società la necessità di trovare un sostituto. Da qui è partito tutto quello che porta ad oggi. Lo Monaco non ha mai ritenuto di dimettersi da D.G., quindi ricopre tale ruolo senza deleghe legato da un contratto. Un ruolo più di forma che di sostanza. Per motivi meramente logistici è venuto in sede un paio di volte, non di più.
Mancato pagamento degli stipendi? Non sono né ottimista né pessimista. I momenti sono molto complessi, ognuno di noi sta facendo correttamente gli interessi del Catania. Faremo di tutto perché i nostri interessi, che poi sono gli interessi dello sport, della città, della società, vengano portati avanti in modo legittimo e senza speculazioni da parte di nessuno. Evidenzio che la società ha una sofferenza pluriennale e ci siamo trovati a dimissioni avvenute a dicembre, a situazioni molto difficili e complesse. L’obiettivo è quello di tutelare al meglio la società e il titolo sportivo. Noi siamo stati trasparenti e continueremo ad esserlo.
Il mio gruppo ha fatto un lavoro straordinario, un uomo solo non conclude niente. Ho la fortuna di avere una squadra, un team anche a livello dirigenziale di altissimo livello. Da Serie A. Da palermitano sono stato accolto in modo importate da tutti. Potrebbero sembrare parole decontestualizzate o quasi ipocrite le mie, ma così non è. Sento non solo le condizioni, l’appoggio e l’affetto dei tifosi, della società e dell’ambiente. Sento anche concretamente l’aiuto. Ci sono una serie di segnali inequivocabili che mi hanno dimostrato che quando la società ha chiamato a raccolta tutte le figure che possono partecipare al progetto, queste hanno risposto. Tifosi, ambiente, stampa, collaboratori, dirigenti, staff tecnico, tutti.
Chiaramente è un momento di difficoltà. Ci sono tutte una serie di dead-line che non sto qui a raccontare perché non farei il bene della mia società. Quest’ultima merita il massimo, quindi lavoreremo come abbiamo fatto sempre con maggiore entusiasmo sebbene tutto e con senso di attaccamento a questo club che merita grandissimo rispetto”.